I valori di Salvatica

«L’Italia sta diventando più selvatica: questa novità ci riguarda, perchè il selvatico sta annidato in ognuno di noi, forse nel cuore. Resta là acquattato, un occhio aperto e uno chiuso. È la parte di noi che non si arrende alle macchine, ai computer, alla tecnologia; quella che ricorda il fischio del vento e io crepitio del fuoco, l’abisso e la foresta, il timore di essere predati e l’euforia nella caccia. (…)
L’italia selvatica, misteriosa e incantevole, è in mezzo a noi ci impaurisce, ci attiva, ci interessa anche perché parla di noi. Dire “selvatico” è dire libertà e bellezza, emozione e rispetto, parole che dovremmo desiderare di usare ogni volta che diciamo “natura”. »

Daniele Zovi, Italia selvatica, Utet, Milano 2019.

Il pensiero di Salvatica distillato in sei concetti chiave

Natura selvatica – selvaggia e locale, da scoprire, conoscere, rispettare.
Paesaggio salvifico – stratificazione di pratiche, consuetudini, luoghi. Il paesaggio di bellezza che salva.
Biodiversità dei saperi
 – la diversità come valore, della natura come dell’uomo, attraverso la conoscenza.
Autoproduzione rivoluzione – i cambiamenti possibili a partire dal sé, attraverso una somma di piccole cose.
Sapore dei luoghi – il cibo, l’alimentazione, le piccole produzioni locali, la qualità dei prodotti artigianali.
Ricerca rurale – lontano dalla città, si ricercano stili di vita sostenibili a contatto con la natura.

Significati

Il nome Salvatica è nato da una citazione tratta da Arboreto Salvatico in cui Mario Rigoni Stern, con una lenta e costante opera di osservazione, riflessione, ideazione e azione costruisce il suo giardino utilizzando specie selvatiche. Il giardino diviene un’opera salvifica alla ricerca di un rapporto possibile tra uomo e paesaggio.

L'Arboreto-Salvatico
Mario Rigoni Stern, Arboreto Salvatico, Einaudi, Torino 1991.
dizionario-botanico-italiano
Ottaviano Targioni Tozzetti,
Dizionario botanico italiano, Firenze 1809.
pag. 29, voce Castagna Salvatica

L’uomo selvatico è un essere umano leggendario presente in molte tradizioni popolari italiane, soprattutto alpine e appenniniche, dove assume nomi diversi a seconda della lingua locale: ommo sarvadzo invaldostano, urciat nel dialetto della Valchiusella, òm sërvaj in piemontese, homo salvadego secondo le iscrizioni del XV secolo in Valtellina, om pelos nei dialetti trentini, om salvàrech inbellunese, om salvädag in piacentino, òmen salvâdg in bolognese, om sarvadegh in Lunigiana e omo salvatico in Garfagnana e alta Versilia.